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Terra marique. Per mare e per terra
Sabato 17 febbraio 2007 presso lo spazio Entroterra, Via dei Biancospini, 2 – Milano, si inaugura la personale di Mikaël Kerboas dal titolo “Terra marique. Per mare e per terra”.

Dal mare e dalla terra: scene subacquee e scena di guerra".

In questa poche parole è racchiuso il mondo pittorico di Mikaël Kerboas. Un mondo in parallelo e dicotomico, con scene che si stagliano nell’immaginario e spiazzano allo stesso tempo.

L’artista ci offre un panorama sorprendente di luoghi, capace di dare una lettura approfondita nell’incontro tra persone e le storie diverse. Il viaggio parte dall’acqua, o meglio dal mare, dove Kerboas ferma i momenti in uno spazio insolito: allontana l’uomo dalla suo vivere e lo trasforma in un essere acquatico, quasi come i pesci, esseri lontano a noi: loro respirano ossigeno in acqua, noi respiriamo aria, loro si lasciano trasportare dalle correnti, noi camminiamo affannosamente sulla terra. Un rapporto quasi ancestrale ed amniotico, dove l’uomo si annienta, non parla, non agiste, galleggia, si muove e ripercorre il ritorno nel ventre della Madre Natura, facendone parte in maniera indissolubile.

Ed ecco che il giovane pittore francese, coglie di nuovo l’uomo in una nuova metamorfosi, che come un anfibio abbandona le acque e si colloca sulla terraferma, nella figura insolita di soldato. Fanno parte di questo ciclo i potenti dipinti di scene di guerra, dove le sagome scure ed armate dei soldati attraversano i campi fioriti. Si penserebbe immediatamente a un militante della violenza, affannato nella ricerca di ammazzare un suo simile, ma qui la scena è ben altra, il soldato sebbene sia munito di armi sembra un pacifico campagnolo che si immerge nelle distese delle praterie. Un contrasto molto forte, reso ancora più evidente dalle tonalità rosate addolcite del cielo al tramonto (o è l’alba di un giorno nuovo, forse di pace?).

Kerboas presenta in questa sua prima personale italiana i suoi dipinti più recenti, dove come un fotoreporter coglie in velocità il movimento o la presenza della figura umana, protagonista anonima ma indiscutibile delle sue tele. Infatti a Kerboas non interessa la precisione anatomica né la fedeltà del ritratto ma la presenza del personaggio, che sia un militare che attraversa un campo fiorito o un ragazzino che nuota sul fondo di una piscina.

Con la stessa velocità coglie e scompone le figure che compatte si muovono al museo del Louvre o i frettolosi passeggeri della stazione di Milano. L’attenzione del pittore, come la nostra del resto, viene continuamente distratta ed interrotta, e la scena che ci sembra di continuare ad osservare in realtà cambia velocemente. Non ha bisogno del video Kerboas per rendere questo straniamento: se osserva il Beaubourg lo spezzetta in una molteplicità di frammenti che poi lascia allo spettatore di ricomporre, in verticale o in orizzontale, così come un costume da bagno rosso che appare e scompare, deformandosi nei riverberi dell’acqua.

La tavolozza dell’artista abbraccia un po’ tutte le tinte, impastandoli e smorzando le tinte dei più brillanti, ma rendendo con la sostanza del colore le masse forti dell’uomo e del ambiente che lo circonda. Anche dei semplici piccioni affermano con orgoglio la loro presenza, con il loro cangiante muoversi e saltellare fissato sulla terra della tela. La terra appunto, solida e vicina, fluida come l’acqua di una piscina. (Angelo Lo Massaro)

 

Per visitare la mostra

Biografia dell’artista.

Nato a Troyes in Bretagna nel 1961, Mikaël Kerboas è un pittore di formazione autodidatta. La sua particolare biografia lo ha portato a varie esperienze lavorative, sempre parallele al suo costante interesse per l'arte, e dopo aver lavorato diversi anni nel mondo della coiffure da tempo si dedica solo all'attività di pittore. Trasferitosi da alcuni anni sulla Costa Azzurra, è fortemente interessato ai punti di vista inusuali, con cui ritrae figure accostate in situazioni fuori dall’ordinario quotidiano. Ha incominciato ad esporre da 1998, partecipando a numerose fiere e collettive internazionali, attualmente i lavori sono esposti gallerie francesi e italiane