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XVII Giornata Fai di Primavera
28 marzo 2009 - Il Fai apre le ville storiche del territorio. XVII Giornata Fai di Primavera: Sabato 28 e domenica 29 appuntamento per vedere 5 monumenti della zona della zona dell'Altomilanese e del Varesotto.

XVII Giornata Fai di Primavera

Si parte da Villa Rescalli Villoresi, a Villa Brentano Rondanini, a Palazzo Molteni, tutti tesori storici di Busto Garolfo, per arrivare a Villa Rusconi a Castano Primo e terminare con il più famoso Parco Archeologico di Castelseprio. Tutti tesori architettonici custoditi nel territorio dell'Altomilanese e nel Varesotto, che sabato 28 e domenica 29 marzo saranno visibili al grande pubblico grazie alla partnership istituita tra il Fai e la Banca di Credito Cooperativo di Busto Garolfo e Buguggiate.

Si tratta della 17° Giornata FAI di Primavera, che in tutta Italia coinvolge 210 località per un totale di 580 monumenti - la maggior parte dei quali normalmente chiusi al pubblico. Un evento ormai tradizionale la cui affluenza si misura negli anni in milioni di visitatori.
A fianco del FAI per la 17° Giornata FAI di Primavera c'è ancora una volta per il territorio dell'Altomilanese e del Varesotto la Banca di Credito Cooperativo di Busto Garolfo e Buguggiate, unico sponsor privato accanto alla Provincia ed ai Comuni interessati. "Il nostro è un territorio ricco di storia - commenta Lidio Clementi, presidente della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate - Abbiamo stretto una partnership con il Fai per permettere a tutti di visitare ville e monumenti non sempre accessibili. Sono tanti i gioielli architettonici che si celano nelle nostre terre e noi, assieme al Fai abbiamo voluto renderli accessibili a tutti".


La Giornata Fai di Primavera non si caratterizza solo per la ricchezza di incontri che offre, per le sorprese che regala, per le infinite emozioni che suscita: la sua forza sta anche e soprattutto nell'entusiasmante coinvolgimento di tutti, nella capacità di far sentire chi vi partecipa non un visitatore occasionale, ma un testimone e un protagonista dell'azione di salvaguardia e difesa dell'arte e della natura italiane. Proprio per questo l'invito che la Fondazione rivolge a tutti coloro che parteciperanno a questa edizione della Giornata Fai è semplice e diretto: "FAI anche tu".
“FAI anche tu" è un invito a prendere consapevolezza di come tutti noi, ciascuno con la propria storia e la propria personalità, facciamo parte di un patrimonio culturale che ci unisce e ci definisce. Siamo tutti un po' Fai, innamorati delle bellezze del nostro Paese e pronti a difenderle e a conservarle.

 
Ville storiche dell'alta pianura lombarda
Da Busto Garolfo a Castano Primo lungo il canale Villoresi

Busto Garolfo (MI)
Villa rescalli Villoresi
Via V. Monti, 9
Sabato 28, ore 14.30 - 18.00; Domenica 29, ore 10.00 - 18.00
Sabato 28, ore 10.30 - 12.00: ingresso riservato ai soli iscritti al FAI;
possibilità di iscriversi in loco
Visite guidate Sabato 28 ore, 11.00 (solo per iscritti al FAI) e ore 16.00;
Domenica 29, ore 11.00 e ore 16.00

Villa Brentano Rondanini (solo esterno e giardino)
Via Magenta, 25
Sabato 28, ore 14.30 - 18.00; Domenica 29, ore 10.00 - 18.00
Sabato 28, ore 10.30 - 12.00: ingresso riservato ai soli iscritti al FAI;
possibilità di iscriversi in loco
Sabato 28, ore 18.00: Conferenza dell'arch. Patrizia Ferrario
“Vivere 'more nobilium' nelle campagne dell'Alto Milanese"
presso la Sala Consigliare - Via Magenta, 25
Domenica 29, ore 15.30: Concerto del Corpo Musicale "S. Cecilia" di Busto Garolfo
Palazzo Molteni (solo esterno)
Piazza A. Diaz, 1
Sabato 28, ore 14.30 - 18.00; Domenica 29, ore 10.00 - 18.00
Per tutti i Beni Apprendisti Ciceroni: Liceo Classico "D. Crespi" di Busto Arsizio
Castano Primo (MI)


Villa Corio Rusconi
Corso Roma
Sabato 28, ore 14.30 - 18.00; Domenica 29, ore 10.00 - 18.00
Sabato 28, ore 10.30 - 12.00: ingresso riservato ai soli iscritti al FAI;
possibilità di iscriversi in loco
Visite guidate Sabato 28 ore, 11.00 (solo per iscritti al FAI) e ore 16.00;
Domenica 29, ore 11.00 e ore 16.00
Apprendisti Ciceroni: Liceo Scientifico "A. Tosi" di Busto Arsizio
Domenica 29, ore 16.30: Concerto del Civico Istituto Musicale Pareggiato
“G. Puccini" di Gallarate


I Beni aperti a cura della delegazione del Seprio

CastelsePrIo (Va)
“Italia Langobardorum - Centri di potere e di culto (568-774 d.C.)"
Candidatura Italiana 2008 - WORLD HERITAGE LIST UNESCO
Parco archeologico di Castelseprio
Via Castelvecchio, 58
Sabato 28, ore 8.30 - 19.20; Domenica 29, ore 9.30 - 18.20


Villa Rescalli Villoresi a Busto Garolfo

Costruita probabilmente da Pitro Antonio Rescalli negli ultimi anni del Seicento è una villa di rara bellezza. La particolare conformazione architettonica, pur richiamando il classico impianto della Villa Lombarda con pianta ad U con ali asimmetriche, qui aperte sulla piazza di Busto Garolfo, suggerisce un riferimento ai palazzi tardo barocchi del Parmense del Piacentino, attribuibili all'architetto Domenico Valmagini, che per molti anni fu al servizio del duca Ranuccio il Farnese. La villa fu ampliata nel 1752dal conte Giuseppe Maria e fu costruita la cappella Gentilizia dedicata alla Beata Vergine la serra settecentesca.
La villa è circondata da un imponente giardino, che per la sua consistenza, è da considerarsi tra i più importanti dell'area del Milanese. Nato come giardino all'italiana, subì una ristrutturazione nel 1837, quando un nuovo giardino neoclassico fu impostato sopra quello settecentesco, mantenendone, però, alcune peculiarità d'impianto. La limonaia è un elemento di grande pregio architettonico, degna di nota è soprattutto la facciata, che anticipa i temi dell'architettura neogotica.
L'ingresso alla villa avviene attraverso un portale sormontato da un grande timpano e da due raffinate volute. La corte nobile è delimitata su tre lati da un ampio portico, costruito da archi a sesto ribassato e da colonne di granito. Al piano superiore le finestre sono ornate da cornici in rilievo, mentre all'angolo Sud -Est si eleva la grande torre del Belvedere, raggiungibile con una scala elicoidale.
L'interno della villa presenta al piano terreno un ampio salone dal pavimento in seminato veneziano, la sala del biliardo e quella da pranzo. A fianco dei locali nobili si trovano gli spazi di servizio, tra cui la cucina, da cui si poteva raggiungere sia un solaio non visibile, riservato all'allevamento del baco da seta, sia alla ghiacciaia. Uscendo dalla cucina una scala in pregevole ferro battuto conduce al piano superiore, dove sono allocati gli spazi privati e un vasto ambiente ambiente dal pavimento in cotto decorato con trofei da caccia.
I rustici che affiancano la dimora nobiliare rimandano alle funzioni economiche della villa, legate alla produzione agricola. La corte ad Est ospitava le scuderie, le stalle e le abitazioni dei coloni, mentre la corte ad Ovest mostra ampie testimonianze della coltivazione della vite, locali per la produzione e la conservazione del vino, oltre ad un colossale torchio, recante la data del 1792, situato in un seminterrato.


Villa Brentano Rondini a Busto Garolfo

La villa veniva comunemente denominata Ca' Breniana, dal nome del suo proprietario settecentesco, Giuseppe Brentano, tesoriere dell'impero. In realtà la costruzione è di gran lunga precedente, come attestano i documenti di un acquisto della casa e del terreno circostante da parte del marchese Aurelio Rescalli nel 1636. Dopo alcuni passaggi di proprietà la villa passò a Francesco Sala, i cui eredi la vendettero nel 1936 alla famiglia Rondanini, che la tenne fino all'acquisto da parte del Comune di Busto Garolfo nel 1981.
La villa è separata dalla strada da un vasto cortile interno, su cui si affacciano a sinistra i locali adibili a servizi e a destra la casa del fattore. Il fronte dell'edificio ha al piano terra un portico,ora chiuso da vetrate. Gli eleganti balconi, la scala interna in ferro battuto, i camini di alcune stanze, il cancello sormontato dall'aquola bicipite (attestato del privilegio concesso dall'imperatore assieme al titolo di conte), fanno parte dei miglioramenti voluti da Brentano per la sua resisdenza di campagna.
Notevoli trasformazioni operò Francesco Sala, sia nel corpo della villa, ampliato a Nord e a Sud, sia negli edifici rurali, ai quali si aggiunsero le serre, con i sovrastanti granai e la torretta con il serbatoio per l'acqua in stile neogotico. Alcune trasformazioni furono rese necessarie anche dall'utilizzo della villa come centro d'allevamento del baco da seta, praticatovi fino alla Seconda Guerra Mondiale.
Conservato quasi interamente, a differenza della villa, è il giardino neogotioco retrostante, dove ancora spicca un gazebo ottocentesco.


Palazzo Molteni di Busto Garolfo

Il palazzo, che oggi ospita parte degli uffici comunali, mantiene il nome della famiglia Molteni, che nel 1882 lo vendette al Comune di Busto Garolfo. In realtà i Molteni lo acquistarono pochi decenni prima dalla famiglia Bellani, a cui si deve la costruzione prima del 1922, quando il palazzo era già documentato come esistente al catasto austriaco.
Dal punto di vista architettonico l'edificio presenta al meno due punti di interesse, che lo differenziano dalle altre case nobili bustesi. In primis la sua collazione al limitare dello spazio pubblico, in una piazzola in cui convergono vari percorsi stradali, e poi l'originale muratura della facciata in mattoni a vista, secondo un uso tipicamente lombardo. Il fronte principale sormontato da una torretta gentilizia si presenta spazioso e ben proporzionato, con finestre contornate da cornici in rilievo, un grazioso balcone in ferro battuto e il portone d'ingresso ad arco ribassato. Della parte originale è rimasta solo la facciata, perché gli adattamenti alle varie funzioni pubbliche, cui l'edificio fu destinato, hanno completamente modificato l'interno.


Villa Rusconi a Castano Primo

Villa Rusconi è un esempio di dimora nobile con parco annesso, costruita da un corpo centrale a tre piani e fincheggiata da due ali ad un piano. Analogamente ad altre ville del territorio testimonia il fenomeno seicentesco di una nuova ricca nobiltà residenziale, che si sovrappose all'antica nobiltà d'arme. Vocazione che viene confermata dalla storia degli ultimi due secoli della villa e dalla destinazione degli spazi adiacenti a zona manifatturiera.
Villa Rusconi,che dal luglio del 2000 è sede dell'Amministazione Comunale, è anche conosciuta come Villa Nuno del Portugal, in riferimento al marchese Antonio Nuno de Portugal, investito del feudo di Castano e Buscate dall'imperatore Carlo VI nel 1717. Ma essa vanta origini ancora più antiche: l'edificio, infatti, già nel secolo XVI sarebbe stato posseduto e abitato dalla famiglia Visconti. Nel 1656, proprio in occasione delle nozze tra Barbara Visconti e Giuseppe Corio, il palazzo,immerso nel grande parco a pochi metri dal centro storico,cambia proprietà passando alla famiglia dello sposo. Il 21 agosto del 1815 Giovanni Battista Bellati, di Milano,acquista dai Corio la proprietà dell'immobile con un atto che viene registrato da Don Carlo Lucini, in Cuggiono, il 19 novembre dello stesso anno. Nel luglio del 1833, però, i fratelli Bellati sono costretti a vendere tutte le loro proprietà, tra cui anche l'attuale Villa Rusconi già ipotecata per debiti, ai cugini castanesi Giovanni e Francesco Rogorini. Nel 1836,lo stabile cambia nuovamente appartenenza a favore dei fratelli Corti di Milano,che acquistando oltre alla casa anche l'annessa filanda, la prima a vapore presente in Castano. Nel 1873 i Corti,che hanno già significativamente trasformato la villa sia per necessità di prestigio che per fruibilità,vendono tutti i loro possedimenti a Giuseppe Ronchetti, il quale apporta ulteriori modifiche allo stabile da lui posseduto sino al 1923, anno in cui la villa viene finalmente acquistata dal Cavalier Giuseppe Rusconi. All'epoca di tale acquisto, inoltre, gli interni della villa si trovavano in uno stato di grande degrado ed il Rusconi, allo scopo di renderli vivibili, vi accosta consistenti modifiche. Tra le variazioni prodotte più considerevoli vi sono l'apertura di una loggia trabeata al piano nobile,sovrapposta al piano di ingresso, e la formazione del fastigio con l'orologio. Negli ambienti interni, è proprio grazie ai restauri voluti dal Rusconi che vengono riportati alla luce gli splendidi affreschi ancora oggi parzialmente visibili in alcune stanze. Gli elementi più notevoli di questa residenza restano, comunque, il loggiato centrale, il grande salone d'onore affrescato e i due giardini, in particolare quello retrostante, che ancora pochi decenni fa era considerato uno dei più significativi esempi di giardino all'Italiana dell'Altomilanese. Durante la seconda guerra, la casa è in parte occupata dai tedeschi e, in seguito, dal gruppo aereosiluranti Buscaglia. Anche dopo la morte di Giuseppe Rusconi, avvenuta il 16 novembre 1944, la villa rimane proprietà della famiglia, che provvede a mantenerla in ottimo stato. Nel 1970 l'importante edificio, ancora riccamente arredamento, viene infine acquistato dal Comune di Castano, ma nel 1992 un terribile incendio distrugge e danneggia seriamente gran parte dell'interno del palazzo, che viene riaperto al pubblico, dopo 7 lunghi anni di restauri,solo l'11 aprile del 1999.

Un arroccato centro difensivo importante dal Tardo-antico al 1238. Il sito conobbe frequentazioni dalla tarda età del Bronzo e dalla prima età del Ferro, ma divenne importante come centro difensivo nella tarda età imperiale per la sua posizione: consentiva infatti il controllo della strada proveniente dal Canton Ticino, quella percorsa dai popoli d'Oltralpe per occupare la fertile pianura dell'Italia del Nord. Divenuto castrum, in epoca tardoromana, fu centro di una certa rilevanza in età longobarda e carolingia. Venne poi raso al suolo nel 1238.
Nella fase originaria, di IV sec. d.C., il presidio era composto solo dalle tre torri quadrangolari, disposte a triangolo nel settore Nord del pianoro. Il castrum fu potenziato dai goti verso la fine del V sec. con la cinta di mura, in ciottoli fluviali e blocchi di serizzo, in buona parte di spoglio, dotata di torri quadrangolari. Presso le torri tardoromane è la chiesa di San Giovanni con il Battistero, la quale è stata edificata in tre fasi. Nella prima, di V sec., era una struttura ad aula unica. Nella seconda, in epoca longobarda, viene tripartita. Nella terza fase, che forse è di età carolingia, viene addossata l'absidiola a Sud. Il Battistero, di pianta ottagonale absidata, è di V sec. Presenta eccezionalmente due vasche battesimali. Presso questo complesso si riconosce ancora una cisterna tardoromana, originariamente rivestita di cocciopesto e coperta a volta. Nell'area circostante si si erge la Chiesa di San Paolo, di X-XI sec., ed i resti di una canonica di IX sec.. La chiesa di S. Maria foris Portas, all'esterno della cinta, sembra aver avuto una fase paleocristiana ed è adorna di pitture di VIII sec..
La chiesa di S. Maria foris Portas
Gli scavi hanno evidenziato una frequentazione del luogo a partire dall'età pre-protostorica. La fondazione del castrum Sibrium sembra risalire al IV-V secolo in relazione a una linea difensiva contro le grandi migrazioni di popoli germanici.
Durante l'età longobarda, Sibrium viene ricordato come civitas, cioè come centro di un ampio distretto territoriale. In età carolingia, si costituì la Contea del Seprio.
Tra il 1285 e il 1287 l'insediamento venne completamente raso al suolo ad opera dei milanesi durante la lotta contro i Torriani. L'arcivescovo di Milano Ottone Visconti ne decretò il perpetuo abbandono, ad eccezione delle chiese, che vennero officiate fino al XVII secolo
Basilica di S. Giovanni
La grande basilica, a pianta rettangolare, era divisa in tre navate (V secolo). In un secondo momento venne arricchita da un'abside centrale e in seguito da un'absidiola. Girando attorno al luogo di culto si trovano i resti di una grande cisterna, di un ambiente ristretto (forse una sacrestia), il basamento di una torre campanaria e una zona cimiteriale, di cui si conservano solo un paio di lastre tombali longobarde.
Battistero di S. Giovanni Battista
L'edificio a pianta ottagonale aveva una piccola abside. Al suo interno si conservano due vasche battesimali. Può essere databile al V secolo.
Chiesa di S. Paolo
Piccola chiesa a pianta esagonale, dotata di abside, ambulacro e loggiato. Probabilmente di età romanica.